PENSIERI COSMICI (prose poetiche)

"PENSIERI COSMICI" è la mia terza raccolta di "prose poetiche".
Dalle albe che s’imprimono sulle montagne, alle danze notturne del vento e dell’infinito; dall'azzurro dei cieli e delle acque dei torrenti, all'oscurità dell’Universo... quell'oscurità dalle abissali distanze, che ha spinto i miei “pensieri” verso una luce lontana.
Pubblicato nel 2015, con la casa editrice Rapsodia Edizioni, comprende opere realizzate tra il 1990 e il 2015.

Disponibile in diversi punti vendita e nei principali store quali: Amazon, Mondadori, La Feltrinelli, Rizzoli, Libreria Universitaria, IBS, Unilibro, ecc. sia in versione cartacea che in e-book. Disponibile inoltre contattando direttamente la casa editrice Rapsodia Edizioni (www.rapsodiaedizioni.com).
Codice ISBN 978-88-99159-41-2
Codice E-BOOK 978-88-99159-42-9


"BUCHI NERI"

Il buio che s’innalza sulle alture della Valle
si disperde nella notte, galattica e stellare.
Un tizzone arroventato al fondo del camino
sembra ricordarmi l’impermanenza delle cose.

A distanze remote che si affacciano sulla mia stanza,
l’oscura soglia dell’orizzonte degli eventi...


“LA VISIONE COSMICA INTERIORE”
Intervista di Roberta Volpi a Fabio Zuliani

R.V. – Com’è nata l’idea di mettere insieme i momenti che compongono l’opera? Ha tratto ispirazione da esperienze in particolare durante il percorso della stesura dei componimenti?
F.Z. – Buongiorno e grazie per questa intervista.
Vorrei presentarmi così: sono uno scrittore e un regista cinematografico che esplora il lato misterioso della Natura, attraverso la visione cosmica interiore. La mia “esplorazione” ha un duplice aspetto: il primo, investe me come essere umano e riguarda principalmente una sorta di meditazione profonda, il secondo, di riflesso, investe me come artista in un viaggio che va al di là dell’aspetto meramente quotidiano dell’esistenza.
Sono poco interessato alle problematiche politiche e sociali e molto più interessato al complesso intreccio tra noi e l’invisibile che ci circonda.
Viviamo su una roccia scaraventata nello spazio senza renderci minimamente conto della nostra infinita piccolezza, basti pensare che soltanto l’Universo osservabile contiene 100 miliardi di galassie e 300.000 trilioni di stelle. Per secoli la religione e la società hanno considerato gli uomini ai vertici della Natura e forse oggi incominciamo a renderci conto che non è proprio così. L’uomo non è ai vertici della Natura, è parte della Natura!

R.V. – Si fa notare per la sua personalità decisamente poco comune, l’estro e la creatività che emergono dalla sua scrittura sono palesemente frutto di ricerca interiore e profonda conoscenza di sentimenti nobili ed eterei. Cosa la porta a mettersi in contatto con il pubblico? Il suo percorso di scrittore, agli occhi del lettore, nasce con questo libro o ha scritto altro in passato?
F.Z. – La ringrazio. Ho iniziato a scrivere “prose poetiche” a quindici anni, anche se in realtà il mio approccio alla scrittura è avvenuto due anni prima. Da adolescente rimasi folgorato dalle opere di Edgar Allan Poe, dal Romanticismo, dal Decadentismo, dal Simbolismo francese; dalle prose poetiche di Novalis, Baudelaire, Rimbaud e Whitman.
I più grandi artisti dell’Ottocento avevano sperimentato che sotto la realtà apparente, percepibile con i sensi, si nasconde una realtà più profonda e misteriosa, alla quale si può giungere solo per mezzo dell’intuizione poetica. L’uomo era finalmente solo davanti alla Natura, all’infinito e al “sublime”.
Questi elementi che in seguito avrebbero influenzato molto la mia ricerca interiore, si sono accresciuti con la mia passione per la filosofia (soprattutto orientale), portandomi a riconsiderare molti concetti come la morte e l’aldilà.
Decisi così di condividere le mie esperienze con il pubblico attraverso due precedenti raccolte di prose poetiche, un romanzo e sei film realizzati come sceneggiatore e regista.

R.V. – Di cosa tratta la sua opera nello specifico e quali gli elementi cui ha dato maggiore rilevanza durante la stesura?
F.Z. – Più che un “poeta” – nel significato accademico del termine – mi considero un “meditante” che racconta la bellezza e il mistero dei quattro elementi della Natura, al di là delle bruttezze sociali. Ripeto che il sociale non mi interessa; mi affascina invece il misticismo orientale, perché più intuitivo e meno intellettuale: esso nasce da uno stato di coscienza non ordinario (che potrebbe estendersi anche alla scrittura) e dall’esperienza diretta del Sé interiore, dell’essenza “assoluta”, in quanto indifferenziata, indeterminata.

R.V. – Qual è il messaggio che voleva trasmettere attraverso la pubblicazione? Ci spieghi come questi sentimenti sono arrivati a lei in modo così forte da pretendere di essere scritti, ci indichi la via per comprendere appieno cosa lega la sua scrittura a una visione d’insieme universale, cosmica.
F.Z. – Negli ultimi anni si è parlato molto di quantistica. Secondo le teorie dei campi quantici, nell’Universo tutto è interconnesso e attraversato dalla nostra coscienza. Se partiamo da questo concetto, per poi sperimentarlo in prima persona sia come esseri umani che come artisti, potremmo giungere a una sintesi più complessa e completa di noi stessi.
Oltre tutto questo, c’è poi un desiderio puramente fisico e primordiale che mi attira verso una Natura perduta che cerco di recuperare. Quello che mi spinge a scrivere è in questo caso un’osmosi di fondo, il desiderio quasi sessuale di giungere a piedi nudi  verso la Madre Terra. In maniera più spirituale la scrittura diventa invece un atteggiamento “cosmico”, un viaggio in un vuoto dalle infinite possibilità.

R.V. – Avendo realizzato anche dei film sia in veste di regista che di sceneggiatore, ci parli del rapporto tra il suo cinema, quello che scrive e il tema del cosmo.
F.Z. – Ho sempre sceneggiato io stesso i miei film. Il primo che realizzai è un’opera indipendente molto libera che si intitola “Play”. Il tema del Cosmo è presente attraverso un’ottica surrealista che ha in seguito accompagnato il mio cinema fino all’ultimo lungometraggio “Matera è lontana”.
Amo quegli autori visionari ed “eversivi” come Kubrick, Bergman, Pasolini, Herzog, capaci di uno sguardo profondo sul mondo; Herzog in particolare è stato probabilmente il più grande narratore della Natura e i suoi personaggi sono dei nichilisti-idealisti nei quali mi identifico molto.
Per me scrivere è importante, molto importante, il cinema è altrettanto importante, ma la mise en scène è più complessa e a volte non permette l’immediatezza dell’intuizione propriamente “cosmica”, se non attraverso costosissime pellicole come “2001: Odissea nello spazio” (il mio film preferito), oppure i più recenti “Gravity”, “Interstellar” e "The Martian".
Come disse Nietzsche: “Bisogna avere ancora il caos dentro di sé per generare una stella danzante”, ma nella hard science fiction cinematografica, anche dei grandi budget!

(Viterbo, 2016)